Torniamo a parlare delle bolle finanziarie più importanti della storia. Siamo negli anni ’20 in Florida e gli americani stanno vivendo un periodo di forte sviluppo e prosperità.
Dopo la crisi della South Sea, che abbiamo raccontato in un precedente episodio, era avvenuta una svolta a livello economico e le persone, trovandosi con maggiori disponibilità, avevano iniziato a spendere di più e soprattutto a viaggiare maggiormente.
In molti, grazie al clima mite, furono attratti dalla Florida pensando al luogo ideale per le vacanze, la vicinanza a importanti città, lo sviluppo ferroviario, il clima, il mare e anche per una serena vecchiaia.
Iniziò la corsa all’acquisto di terreni e immobili, per quella che è considerata la prima bolla speculativa immobiliare.
Dopo poco tempo i prezzi delle case e dei terreni erano saliti velocemente e questo attirò molti investitori alla ricerca di facili guadagni, dando il via alla speculazione.
Boom delle costruzioni e prezzi quadruplicati in poco meno di un anno, un’enorme richiesta e disponibilità di denaro si erano riversate in questo Stato.
Il denaro era molto anche grazie alla facilità con la quale veniva concesso il credito, come sappiamo quando c’è prosperità è più facile ottenerlo.
Con la forte richiesta e la possibilità di avere credito, considerando che per acquistare una casa o un terreno bastava un acconto del 10%, in molti iniziarono a suddividere le proprie disponibilità acquistando più lotti con l’obiettivo di pagare solo l’acconto. Data la velocità con la quale crescevano i prezzi.
In questo modo si generò l’effetto di leva finanziaria e le persone non si preoccupavano dei loro debiti, perché la domanda era talmente forte che i prezzi continuavano a salire.
La follia raggiunse il culmine quando iniziarono a essere venduti anche terreni paludosi e ipotetici terreni in riva al mare, ma che in realtà si trovavano a chilometri di distanza dalla terra ferma.
Gli investitori erano disposti a comprare qualsiasi cosa con la speranza di veder crescere il proprio investimento in brevissimo tempo.
Un immobile acquistato a 1.700$ nel 1920, fu venduto a 300.000$ nel 1925. Questo per avere un’idea della follia raggiunta.
La Florida era diventata una sorta di eden, dove tutto cresceva e dove moltissimi investitori indirizzavano le proprie risorse finanziarie, per lo più indebitandosi.
Come qualcosa che sarebbe durato per sempre.
Nel 1925 la rivista Forbes fu la prima a porre l’accento a quella che sarebbe stata una delle bolle speculative più importanti della storia e che le quotazioni non corrispondevano minimamente alle quotazioni reali. Come sempre accade nelle bolle.
Nel gennaio del 1926 l’inizio della fine, l’affondamento di una nave nelle vicinanze del porto di Miami provocò il blocco del traffico navale e di conseguenza tutto quello che riguardava l’approvvigionamento di materiale per le costruzioni.
Via terra arrivavano soltanto i beni di prima necessità e il paradiso si trasformò in un inferno.
Non c’era più il flusso di nuovi investitori, le transazioni diminuirono velocemente e con la stessa velocità iniziarono a calare anche i prezzi. Iniziarono i primi fallimenti per l’insolvenza sul pagamento delle ipoteche.
Nello stesso anno un uragano che distrusse 13.000 abitazioni contribuì definitivamente al crollo delle quotazioni e alle vendite in massa.
Chi aveva speculato, con un effetto di leva finanziaria, sulle operazioni di acquisto era costretto a svendere per cercare di salvarsi. Ci riuscirono in pochi.
Le bolle immobiliari hanno sempre decretato anche un forte rialzo dei mercati finanziari, la crisi del mercato immobiliare in Florida è stato l’inizio di quella che poi si è trasformata nella più grande crisi della storia che colpì tutto il mondo, quella del 1929, con il crollo di Wall Street e l’inizio della Grande depressione.
Periodo che terminerà soltanto dopo la Seconda guerra mondiale.
Nei prossimi episodi analizzeremo anche questa crisi e verificheremo come abbia delle similitudini con quella dei mutui subprime del 2008.
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La mia peculiarità è che non ho un particolare stile d’investimento o, più esattamente, proava a cambiare il mio stile per adattarmi alle condizioni di mercato.
George Soros